28.01.09 - INCONTRI A.I.A.C. Veronese | ![]() |
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Ammirevole l’impegno dei vertici dell’AIAC di Verona, dal suo presidente a tutti i collaboratori, molto attivi e presenti con i loro tesserati. Importante il loro sito con cui informarsi (non è ancora possibile dialogare), tuttora in costruzione. Purtroppo la partecipazione degli associati non è stata tra le più numerose. Quest'ultimo
incontro, del 26 gennaio Il primo è intervenuto sul tema: “L’evoluzione dei centrocampisti” con una disamina paternalistica inframmezzata da qualche aneddoto frutto della sua lunga militanza nelle più disparate panchine del calcio italiano. Il secondo con una rapida (anche troppo) carrellata tra tutte le varie categorie del calcio giovanile, dai “Pulcini” agli “Allievi”. Molti gli argomenti toccati. Essi hanno portato ad un accavallamento di concetti contrastanti tra loro, tutte cose valide e anche un po’ scontate, con particolari sottolineature su alcuni aspetti su cui si basano i concetti, principi li chiama lui, del calcio di adesso che ho molto apprezzato. Qualcosa mi è sfuggito, anche per i termini che ha usato, significativi, presumo, nel “gergo” attuale, il cui uso non mi trova completamente d’accordo, visto che "la parlata", più è semplice, meglio è. Un esempio: il vertice basso lavora sotto la linea della palla, il muoversi in appoggio significa lavorare sopra la linea della palla, che cosa significa? Esercitazioni didattiche che sono intese come protocolli, ma che non danno da soli risultati formativi: vanno personalizzate. "Bisogna
insegnare Quello che è mancato nel suo monologo (nessuna interruzione dai presenti in platea) è il “come”, in che modo, quale metodi didattici usare, affinché i ragazzi arrivino ad eseguire correttamente questi gesti tecnici o soluzioni tattiche. Proseguendo in queste mie considerazioni, non ricordo di aver sentito parlare di sviluppo della personalità dell’individuo, ma solo d’esercizi o esercitazioni volte a migliorare la tecnica e un po' di tattica. Si sa che le indicazioni tattiche sono prerogativa dell’allenatore, ma il loro sviluppo è totalmente a carico dei giocatori! A buon intenditor poche parole. Un ultimo pensiero: A. Cristi ha dimostrato un’ottima preparazione e soprattutto una grande passione, requisito indispensabile per chi si avvicina a questo compito di “educatore”. E’ stato di buon auspicio per gli allenatori, l’ultimo intervento di R. Olivieri, in cui ha affermato che l’associazione si pone a tutela di tutti i suoi tesserati: nelle controversie economiche con le società, a prescindere dalle categorie di appartenenza, ed in particolar modo al loro diritto allo studio. La conoscenza, l’istruzione ed il confronto, sono alla base della crescita cognitivo - didattica degli allenatori.
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