20.02.09 - DA SOLI DAVANTI AL PORTIERE  

  Nell’ultimo derby lombardo, INTER – MILAN, in occasione del primo gol, Adriano ha realizzato con l’aiuto delle braccia. L’attenzione si è rivolta soprattutto su questo aspetto del caso, coinvolgendo (e non poteva essere altrimenti) l’operato del direttore di gara e dei suoi collaboratori.

Legittimo anche il rammarico milanista per quella rete “aggiustata” con la mano, ma, come tecnico, vorrei sottolineare come Adriano fosse da solo, all’altezza dell’area piccola, con tre difensori milanisti intorno, due davanti e uno dietro.

Come mai in mezzo a tre difendenti, la palla sia arrivata all’unico attaccante e per di più all’altezza dell’area del portiere, su un cross proveniente dalla tre quarti, circa 35 metri di traiettoria aerea.

Sinceramente non mi scandalizzo più di tanto. D’esempi come questo è pieno il mio libretto di appunti, a tutti i livelli di campionati.

In troppe occasioni si vedono attaccanti “da soli davanti al portiere”!

Esempi eclatanti sono, per citare i più rappresentativi, le reti fatte o sbagliate, di giocatori che si presentano a campo aperto, da soli o accompagnati con il solo portiere come avversario!

Nella partita Lecce – Genoa  0 - 2  del 18.01.09, è capitato per almeno 5 o 6 volte a ciascuna delle due squadre, la trequarti-campo deserta!

E’ successo ultimamente alla Juventus, contro il Cagliari ed il Catania.

Una situazione particolare, un momento, un’interpretazione errata può accadere in una partita, meno se la squadra è di alto livello e se si batte per vincere il campionato e, quando succede per più di una volta, significa che c’è qualcosa che non quadra!

A me hanno insegnato che bisogna chiedersi il perché e per quale motivo questo succede, al fine di darsi delle risposte: obiettive, sincere, equilibrate.

E’ nelle risposte che si trovano la vera indole dei giocatori e gli elementi che determinano il loro atteggiamento, aiutano a mettere a nudo le più recondite origini del comportamento, la loro genesi.

E’ facile dire: L’avevo detto!  

Vorrei far osservare che le cose continuano a rimanere tali, soliti errori, consuete situazioni mal gestite.

Più che squadre, si vedono degli insiemi di giocatori che sviluppano sistemi o moduli di gioco variabili.

Cambiano i moduli, cambiano i sistemi, ma i gol sembrano sistematiche fotocopie: i difensori a guardare, come di consueto nelle “linee difensive”, solo la palla con un disinteresse totale per gli attaccanti, e grandi “leggerezze”che sistematicamente si vedono, errori tecnico- tattici commessi anche da giocatori ritenuti “affermati” che dovrebbero essere esperti in campo internazionale!

Come non cambiano le solite annotazioni degli addetti ai lavori e non (cronisti radio televisivi e commentatori tecnici) che mettono in risalto gli effetti e non ne commentano le cause.

A questo punto viene spontanea una domanda: dipende  dagli schemi tattici o dalle capacità (o incapacità) dei giocatori.

Forse non è solo questione di modulo o sistema … e allora?

Io asserisco che dipende dalla capacità dei singoli, nelle che squadre che hanno giocatori di spessore tattico questo non accade!  Non si può prescindere dai concetti tattici difensivi! Essi vanno oltre qualsivoglia modulo organizzativo e riguardano più che altro le capacità tattiche individuali dei singoli giocatori.

Un conto è sbagliare l’esecuzione di un gesto tecnico (e questo può essere perdonato)! Più grave è il venir meno ai concetti di gioco elementari. Non mi sembra di essere troppo esigente nel pretenderlo , almeno, dai giocatori delle maggiori categorie professionistiche !