19.08.09

  IL CALCIO COME GLI ALTRI SPORT

Per l’ennesima volta si eliminano gli effetti, ma non si incide sulle cause!

Purtroppo per noi appassionati di calcio, siamo in buona compagnia nel mondo sportivo italiano.

Le problematiche che ho a lungo discusse riguardo la deficitaria struttura delle “scuole di calcio” nei vari settori giovanili sembrano un male comune a tutte la discipline del nostro panorama sportivo.

Il grido è disperato e unanime! Non ci sono programmazioni in grado di dare una svolta, mancano istruttori all’altezza, con una adeguata preparazione e appropriate conoscenze  atte ad addestrare atleti per essere competitivi con il resto del mondo, un abisso, anche nei concetti dell’apprendimento di base, rispetto alle scuole delle altre nazioni.

In quest’anno di mondiali anche ricchi di risultati eclatanti per l’Italia (vedi nuoto), i maggiori referenti e gli stessi tecnici, hanno lanciato  indubbie “frecciatine” a tutte le federazioni di competenza, nuoto, pallanuoto, atletica, pallavolo, pallacanestro, le più gettonate, ma senza trascurare le discipline ritenute “minori” e sulle quali non mi dilungo nell’elenco poiché finirei per dimenticarne qualcuna.

Non mi invento niente, è tutto referenziato e reale, dichiarazioni fatte alle varie televisioni, di stato e non!

I nostri operatori, salvo qualche logica eccezione, mirano prendere e tenere stretta la poltrona, al risultato immediato, senza curarsi delle basi tecniche e tattiche indispensabili ai ragazzi per superare lo scoglio del passaggio dai settori giovanili, dove peraltro ancora riusciamo ad ottenere risultati numerici di prestigio, ai campionati maggiori.

La cultura e la programmazione a lungo raggio cura in particolare la preparazione di base fondata sui concetti, tecnici e tattici, che portano gli allievi ad essere competitivi nel limite massimo dei 20 anni se non prima, vedi le varie scuole delle federazioni di altri stati.

Da noi ci si adagia  sulle prestazioni casuali, su capacità individuali che quando arrivano alle prime squadre devono cedere il passo e passare, come si diceva scolasticamente una volta, rimandato a settembre.

Ciò smentisce, se ce ne fosse stato bisogno, tutte le alchimie, più che giustificazioni, che lasciano il tempo che trovano e che troppo spesso i nostri presidenti federali usano per “salvare” il proprio movimento a tutela delle situazioni politiche in essere senza curarsi di migliorarne le strutture che sono fondamentali alla crescita dei futuri potenziali campioni.

Repetita iuvant?