29 luglio ’07 -  Un film già visto, quello andato in onda in questi ultimi giorni che ha come protagonista il  Verona Hellas.  

Avevo fatto alcune considerazioni sugli sportivi veronesi, in questo sito il 20 Luglio (lo troverete di seguito), alle quali aggiungo queste mie ulteriori riflessioni, sugli ultimi avvenimenti della storia dell’Hellas, che mi hanno riconsegnato immagini di un film già visto, andato in onda tempo fa.

Sappiamo tutti che l’Hellas Verona è in difficoltà strutturali e finanziarie, prendiamo per buone le dichiarazioni del suo presidente, il Conte Pietro Arvedi, che si è rivolto alle istituzioni della città, per portare la squadra ai traguardi che gli spettano, non per grazia ricevuta, ma per meriti, sottolineando la necessità di un aiuto da parte delle forze imprenditoriali veronesi nella gestione societaria.

Degli imprenditori interessati, il solo tifosissimo Massimiliano Andreoli, ha reso pubbliche le sue trattative, cinque gli approcci, come ha dichiarato, per acquistare il pacchetto di maggioranza dell’Hellas.

Risultato di queste contrattazioni: Il bilancio dell’Hellas Verona è tabù, di conseguenza anche la sua valutazione, che io ritengo di secondaria importanza per iniziare una trattativa, molto più rilevante dovrebbe essere il conoscere le intenzioni a procedere di chi ha in mano la società.

Una prima riflessione: Chi comanda o chi ha la facoltà di decidere il futuro societario? Mi sembra la continuazione della telenovela precedente, non è stato modificato niente, non sembra cambiata nemmeno la regia.

Il Conte Pietro del mondo del calcio non si è mai interessato, se non come gran tifoso dei colori gialloblù, e questo è un merito che nessuno gli potrà mai togliere, e di conseguenza d’essere informato di tutto quello che gravita nei corridoi della pedatorìa italiana, e il direttore sportivo, o generale, Peppe Cannella (non me ne voglia, è solo una mia impressione), non sembra sia in grado di gestire tutto l’apparato societario.

Non c’è stata nessuna presa di posizione, nessuno si sbilancia e dice con chiarezza quanto chiede la proprietà per la cessione, eventuale a questo punto, del pacchetto di maggioranza, un continuo scaricabarile tra avvocati, commercialisti, istituzione bancaria, come non se ne conoscesse il valore. Gli imprenditori avrebbero un punto di riferimento da cui partire per valutare l’opportunità di un coinvolgimento diretto, che non può fermarsi alla sola acquisizione, ma che si dovrebbe allargare ad un successivo investimento per una seria programmazione futura.

Sono stato testimone esterno della storia che l’amico Massimiliano, mi scuserà della confidenza,  ha portato così chiaramente alla luce nella conferenza stampa d’alcuni giorni fa.

Ho avuto modo di accompagnare alcuni miei amici, niente di personale, intenzionati a rilevare il Verona, ad un incontro con l’allora presidente G. B. Pastorello ed hanno avuto lo stesso trattamento: anche per loro nessuna risposta, solo un nome con cui mettersi a contatto, mai avvenuto, anche dopo successivi scambi di e-mail per eventuali approcci. In verità qualche risposta è stata data, a voce, ma assomigliava molto a quella con cui hanno apostrofato sarcasticamente il buon Massimiliano.

Ho la possibilità di documentarlo, avendo copia delle e-mail con le quali gli interlocutori si sono scambiate proposte mai arrivate a buon fine, non certo per volontà del potenziale acquirente, un’holding scartata a priori e che, vi assicuro, ben intenzionata.

Quali sono le difficoltà, se ci sono, che impediscono una chiarezza d’intenti, cosa c’è in fondo al barilotto Hellas Verona, quali interessi, tra cui sicuramente l’eventuale nuovo stadio? Alla fin fine di questo si dovrà parlare, d’interessi che non lasciano spazio a nessun accordo concreto per migliorare questa situazione che si protrae da anni, e che coinvolge città e provincia, tifosi e istituzioni.

Chi è in grado di dare una risposta, la presidenza, la banca (o ci sono dei soci occulti), lo faccia; in caso contrario le speranze di un florido futuro della squadra, si prospettano molto difficili, soprattutto se manifestate con proclami che sanno tanto di mercato rionale. Indipendentemente dal valore dei giocatori, per i motivi affermati in precedenza, con una società poco strutturata e organizzata, non ci possono essere prospettive soddisfacenti!