23.04.08 - Lettera aperta all'AIAC veronese |
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Davvero non ne vuole sapere, il direttivo della sezione AIAC di Verona, di
offrire soluzioni alle problematiche dei suoi iscritti. Nell’ultimo
incontro tenutosi nella sala polifunzionale del centro congressi adiacente
l’antistadio, c’era tanta buona volontà da parte di tutti i nuovi
dirigenti, ma non è cambiato niente rispetto alle riunioni precedenti,
mutano le persone, ma la minestra è sempre la stessa, ... una ribollita!
Le solite cose, la settimana tipo, che si trova in ogni rubrica del
settore, il sistema di gioco con i relativi movimenti tattici; devo
sottolineare l’ampia apertura e buona volontà che i relatori hanno
mostrato, sforzandosi di trasmettere informazioni, ma alla fine il
risultato rimane lo stesso, un assoluto vuoto formativo!
Da tempo mi adopero affinché queste riunioni abbiano uno sviluppo
differente per i giovani allenatori che vi partecipano, e che non trovano
risposte alle loro necessità in un contesto di calcio dilettantistico che
tutto propone salvo le giuste direttive da percorrere per far crescere il
proprio sistema. Non voglio essere come l’olio che galleggia, sopra le
parti, la mia voglia di crescere come allenatore e adoperarmi per far
crescere l’intero settore va oltre la mia affermazione personale, ma
parlando fuori delle righe e delle formalità, prima e dopo gli incontri,
tutti si dichiarano insoddisfatti e delusi nelle loro aspettative! Meglio
la forma o la sostanza! Smettiamo di raccontare bugie e guardiamo la reale
situazione in essere. Non basta qualche risultato per fregiarsi di avere
la bacchetta magica, che peraltro funziona solo con il vento in poppa,
pronta a dissolversi appena finisce di soffiare. La magia esiste solo
nelle favole perciò serve dare una risposta semplice e realistica, di
facile lettura e interpretazione, accessibile a tutti. Nel preannunciato,
ennesimo prossimo incontro con Cesare Prandelli, con tutta la stima che
nutro per l’uomo e allenatore, non vedo come e cosa possa aggiungere
alle realtà dilettantistiche, essendo oramai da troppo tempo “fuori”,
se non qualche episodio a testimonianza della sua indubbia capacità,
serietà, attaccamento al suo mestiere e al calcio veronese. La stessa
considerazione si può estendere agli altri allenatori, in auge in quel
momento, che si sono succeduti nelle varie assemblee organizzate dalle
associazioni sportive veronesi negli ultimi anni. A quando la svolta?
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