20.07.07 - LETTERA APERTA … a tutta Verona sportiva | ||||
Con tutto l’affetto che nutro per la città, in cui mi sono stabilito, gli amici e tifosi, in questo momento difficile a livello sportivo, per la retrocessione della sua squadra più seguita, ma anche del Chievo, della pallavolo e basket, spero non ce ne siano altre, vorrei esprimere il mio punto di vista, su quello che è accaduto e sta succedendo. C’è la costernazione di tutto lo sport veronese, fa male a tutti, e tutti si devono sentire responsabili, senza mettere sulla bilancia la loro percentuale di colpa. La a dir poco clamorosa retrocessione, resa storica dopo circa 64 anni di militanza tra la serie A e B, ha avuto il pregio di compattare gli sportivi tutti. La città capoluogo non deve perdere quest’occasione per riprendersi il posto che certamente si merita, comprendendo, con l’Hellas, tutte le sue realtà sportive. Manifestazioni e proclami ora non servono. C’è il bisogno di una presa di coscienza generale, da un lato la città con le sue istituzioni, dall’altro gli imprenditori e infine i tifosi. Questi ultimi non devono scordarsi che nei tempi passati hanno spesso forzato la mano alla dirigenza indigena, non sempre in maniera corretta, costringendo i presidenti a passare la mano fino a trovarsi con imprenditori che chiaramente fanno prima i loro interessi e poi quelli del Verona. Servono poche parole e molti fatti, basta con le scadenze! Le televisioni e la carta stampata, i tifosi tutti siano solidali con chi sta cercando di trovare soluzioni valide, allenatore e giocatori possono aspettare. E’
il momento di costruire una società forte, in grado di rendere tutti più
forti. SENZA
FRETTA Nel
ricominciare occorre stare attenti a non commettere gli stessi errori del
passato, cosa importa se si arriva un po’ più tardi, è più importante
il “come” si arriva, con una società solida come obiettivo primario e
per solida non intendo ricca. Ai futuri dirigenti, ricordo che per fare
bene non servono tanti soldi, anche se in ogni modo ci vogliono. E’ più
importante scegliere attentamente gli uomini, collaboratori che abbiano qualità e competenza nel loro settore, non mercenari, per dare corso ad
un’efficace programmazione. Essa deve iniziare dalla base, dal settore
giovanile, per avere certezze di continuità negli anni a venire e, nello
stesso tempo, sia il collante per aggregare città e provincia, la vera
energia d’ogni realtà sportiva. Questo
e altre considerazioni sono espresse nel libro che ho da poco terminato
“il mio calcio” e che mi ha dato il coraggio di questa mia! Sportivamente, pierluigi busatta |
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