15.08 Generico: Sui portieri | ||||
Quasi tutti i preparatori insegnano ad andare sulla palla con la mano opposta rispetto alla direzione di arrivo della stessa. Dicono che si arriva più lontano, mentre tu affermi il contrario? |
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R.: In effetti, con questa tecnica di parata, viene meno una fase fondamentale della tecnica del tuffo, la spinta. E' un movimento che, come ho detto nel capitolo dei portieri, annulla in buona parte la capacità di spinta della gamba di competenza che è usata nella prima fase come fulcro, senza poterla "caricare come una molla", l'unico modo per sviluppare la potenza ed elasticità massimale, con criteri scientifici. Oltretutto, l'andare con la mano opposta fa perdere forza nel contatto con il pallone al momento dell'impatto, che solitamente avviene in caduta, poiché non lo incontra ma lo accompagna, obbligando il portiere ad un movimento di avvitamento su se stesso che porta ad atterrare, il più delle volte, di pancia. Non bisogna trascurare i passi di preparazione, stante l'esigenza di arrivare più rapidamente sulla palla. Vorrei aggiungere una particolarità: la maggior parte dei portieri, giovani e non, partono da una posizione di base sbagliata, busto troppo in avanti e soprattutto la posizione degli arti superiori, che solitamente lasciano penzoloni lungo il corpo, senza che venga corretta dagli allenatori, e perciò con un precario equilibrio generale.
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