13.02.08  Due chiacchiere con … cose che succedono!  

    Qualche risultato non esaltante, un paio di sconfitte: “Ed ora cambiamo sistema di gioco, passiamo dal … al …”, e giù a disegnare nuovi movimenti, da provare ripetutamente in allenamento, con nuovi processi esecutivi in cui si intercalano i giocatori a formare schemi studiati sui block notes di ultima generazione, magari provati in partite virtuali al computer!

Qualche altra partita, per poi accorgersi che non è cambiato niente, solo un po’ più d’attenzione iniziale da parte dei giocatori, come una spruzzatina di prezzemolo volta a presentare in maniera diversa un piatto il cui contenuto alla fine si rivela del solito sapore.

Oramai sono tutti ossessionati da moduli e schemi, come potrebbe essere altrimenti, se iniziano già nelle scuole calcio … in cui la prima domanda dei bambini è: “Giochiamo con il …?”, “NO! Giochiamo … e basta, divertitevi!”

Giocatori legati alle disposizioni come i politici alle loro poltrone, sono frenati dagli allenatori che chiedono un continuo ripristino delle situazioni di partenza senza niente cambiare, ma è proprio il mutare degli schemi che fa del calcio il più bel gioco del mondo, perché allora limitarlo nella sua essenza?

A mio parere è ora di dire basta!

E’ un calcio VUOTO, quello che propone la ripetizione sistematica di schemi di gioco; così non si va da nessuna parte!

Vorrei ricordare agli allenatori che non è questo il modo per risolvere le difficoltà o cambiare le situazioni che si possono creare in seno alle squadre.

Mi piacerebbe discuterne con tutti. Ho provato, in occasione d’incontri sul calcio cui ho partecipato, in cui ascoltavo interlocutori in attività che informavano gli associati sulle proprie esperienze in essere o passate, ma che niente hanno inciso sui problemi reali degli allenatori, per lo più dilettanti, con poca esperienza se non quella carpita sui vari quaderni in circolazione.

Se i giocatori non sanno interpretare la loro funzione dentro ad uno schema, come pensare che, cambiandolo, il gioco di squadra ne tragga dei benefici se non qualche adattamento delle qualità naturali del singolo.

Non si trova il tempo né si ha voglia o peggio capacità per far crescere i ragazzi, per prepararli al compito che saranno chiamati ad affrontare, spesso mi trovo a considerare che … così la penso solo io. Cambiano i linguaggi, come la moda, poi ritornano … a volte ritornano: il dibattito è aperto!