03.11 - Continua il dialogo (da Roberto Scandroglio) | ||||
La
ringrazio vivamente per la risposta velocissima. Desidero subito rispondere alle
sue osservazioni. Sono proprio le
esercitazioni che portano al miglioramento tecnico-tattico, è importante il
lavoro dell'istruttore-educatore. I
movimenti fondamentali, sono a completa discrezione del soggetto (li applica al
momento più opportuno...quando e come...) La
tattica individuale è sempre stata considerata tecnica applicata, quindi i
fondamentali (tecnica di base), applicati ai movimenti fondamentali (sono
componibili e scindibili). I movimenti
preliminari al gesto tecnico, sono sempre "tattici". Gli
schemi motori di base "correre" (la corsa), e il "calciare"
(coordinazione o gesto tecnico) vanno di pari passo, importante è sapere come
si fa ad insegnarli correttamente. La
tattica è insita, sia nei
movimenti individuali, sia nei movimenti di collaborazione......insieme formano
una precisa geometria (modellizzazione geometrica di tutto il gioco, ho
codificato e schematizzato tutti i movimenti). Sono
d'accordo che la semplicità è alla base di tutto.... si possono
spiegare perfettamente ed analiticamente tutte le sequenze in movimento,
sto scrivendo un libro dove approfondirò tutti gli argomenti. Sig.
Busatta, spero in seguito, di confrontarci ulteriormente, magari anche sul
campo. La ringrazio ulteriormente per il
"dialogo" che abbiamo cominciato, spero ce ne siano degli altri.
Cordiali saluti |
||||
R.: Dialoghi ce ne saranno sicuramente altri, mi risulta difficile immaginare una sequenza in movimento che possa essere analizzata analiticamente, ce ne sarebbero infinite, come pure il codificare gli esercizi che per la stessa ragione non si ripetono uguali di volta in volta. Non faccio una netta distinzione tra la tecnica di base sul posto e il successivo passo verso quella in movimento che tu, a proposito diamoci del Tu ché mi mette più a mio agio e mi auguro che questo sia reciproco, definisci tattica. Come avrai intuito, è il codificare le cose che mi allarma, per me niente è formalizzato, ma solo disciplinato. L’aspetto che giudico fondamentale e più importante nel percorso di apprendimento di ciascun giocatore è la padronanza dei concetti di gioco, oltre alle conoscenze basilari di tecnica individuale. E’ cosa ovvia che si sviluppi attraverso esercizi ed esercitazioni, è indicato in ciò che ho pubblicato, non programmi di allenamento, ma indirizzi, strumenti in mano agli allenatori per trovare i metodi e sistemi da trasmettere ai ragazzi/giocatori che a loro volta devono utilizzare per esprimersi nel gioco, e sono, come dici anche tu, componibili e scindibili, senza soluzione di continuità. Troppi allenatori non sono a conoscenza delle metodiche di apprendimento atte a completare ed esaltare le capacità innate di ciascun calciatore, si limitano a sfruttarne le caratteristiche per arrivare a soddisfare le proprie aspirazioni e un contorno di figure che contrastano volutamente o inavvertitamente il lavoro dell’educatore/istruttore. Il mio libro è anche una mia precisa presa di posizione contro l’ignoranza presuntuosa di chi, come tanti, “tecnici nati”, senza conoscenze e esperienze sul campo, pretende di insegnare … è quella dell’insegnare una capacità fondamentale che non si compera al mercato rionale, ma che si può acquisire con passione, applicazione, confronto, esperienza e studio. Imparare a vedere gli errori, trovare il modo correggere le gestualità è cosa difficile, una dote di pochi che va trasmessa quanto più possibile per alzare il livello medio dei nostri giocatori che negli ultimi anni, per mancanza di programmazione e quant’altro dell’intero movimento, è diminuito in comparazione alle altre nazioni europee. Per ora mi fermo qui, saluti, pg
|
||||